giovedì 30 agosto 2012

DOBBIAMO COSTRUIRE UN’ITALIA NUOVA.

Un paese addormentato da un agosto feroce, tornerà ai suoi affanni, e ritroverà la sensazione di essere sospeso. Pericolosamente sospeso tra il vecchio che ha il volto del declino e il nuovo che è cosi’ lontano da non poterlo nemmeno immaginare. Siamo in crisi, com’è in crisi l’Europa. Negli ultimi anni è venuto meno non solo un modello sociale ed economico basato sulle virtù salvifiche del mercato, ma anche un sistema morale e culturale che ha prodotto individualismo e povertà di pensieri innovativi. Dobbiamo fare una nuova Italia in una nuova Europa: per farle occorre un coraggioso progetto di rinascita. Non è un affare tecnico, non bastano più i bravi professori con la loro agenda, perché non si tratta di fare ritocchi o di far camminare al meglio la vecchia macchina malmessa. Ne serve una completamente nuova. E’ una sfida difficile ma è la vera sfida. La rinascita ha bisogno di un’idea di nazione e di un messaggio forte che la indichi con chiarezza. E’ questo che gli elettori si aspettano dal PD e dal centrosinistra: un’altra storia, una nuova missione per un’Italia che esca definitivamente dalle sabbie mobili. Certo attorno a noi volano i falchi del populismo. Volano in basso e in alto, tra gli scontenti della società e tra i furbetti di tanta classe dirigente, e infestano il cielo. La sinistra spesso ha giocato di rimessa e a volte troppo in difesa: lo ha fatto di fronte a Berlusconi, rischia di farlo di fronte a quello antipolitico di Grillo. Se si rinuncia a combattere la battaglia per l’egemonia culturale(che vuol dire avere un’altra idea di mondo) non si vince la guerra della buona politica. Evitiamo, quindi, di cullarci nel “complottismo dell’antipolitica”. C’è anche questo, nella confusa transizione italiana. Ma la questione vera, con la quale fare i conti, è che pezzi di società si sentono delusi, sconfitti e arrabbiati: non vedono una sponda dove attraccare e si affidano alla nave pirata che passa. Se a un certo punto, invece, passa un’altra nave con l’equipaggio serio, preparato, senza bende agli occhi e una rotta sicura, allora forse i naufraghi possono anche fidarsi, salirci su e dare una mano a farla andare nel mare in tempesta. Per la sinistra i “compiti a casa” sono questi. La partita del voto si avvicina, forse più di quanto immaginiamo. E in gioco non c’è solo una legislatura, ma almeno il prossimo decennio di questa Italia che rischia di annegare.

Questa è la sintesi di alcune considerazioni fatte da Pietro Spataro, che il Direttivo del circolo condivide pienamente, sta a noi indicare la strada da percorrere e ridare cosi’ una speranza a tutte quelle persone deluse e arrabbiate.

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