martedì 23 giugno 2009

Richiesta di asilo politico al vaticano

Il referendum non ha raggiunto il quorum... agli Italiani non gliene importa un fico secco di chi votano e di come si vota.
Non gliene importa niente della democrazia e della libertà di scegliere, anzi questo potrebbe creare qualche problema di un eccessivo utilizzo della sostanza cerebrale.
I responsabili della "Porcata" (Berlusconi, Fini, Bossi, Casini) hanno recitato ancora la loro sceneggiata fingendo di distinguersi in posizioni e giudizi alternativi ma sempre a favore di quella legge da loro varata.
A questo punto non ritengo di poter vivere in questa nazione conservando la mia dignità di libero cittadino.
Meglio uno stato con un capo eletto democraticamente su indicazione della "volontà divina".
Chiedo asilo politico allo stato Città del Vaticano!
Alternativamente non andrò a votare alle prossime elezioni se non mi sarà restituita la mia libertà di scegliere un candidato e di dare a lui e solo a lui il mio consenso e non ad una anonima ammucchiata...

1 commento:

europa ha detto...

Caro amico franco la “colpa dell’insuccesso dei referendum” non è dovuto solo al disinteresse della destra. Infatti, non mi sembra che il nostro partito abbia sollecitato più di tanto l’interesse degli elettori sulle questioni oggetto del referendum. Come ben ricordi, circa due settimane fa, ti avevo avvertito di non percepire, da parte dell’organo preposto, lo stesso entusiasmo prodigato per le elezioni amministrative. A tal riguardo, riporto, unicamente come informazione statistica, alcuni dati:

Elezioni europee 6 e 7 giugno 2009
Sinistra e libertà VOTI 123
PRC VOTI 187
P.C. Lavoratori VOTI 39
PD VOTI 797
Radicali VOTI 77
IDV VOTI 247
TOTALE VOTI 1.470
VOTANTI AL N. 3 REFERENDUM N. 655
Come vedi, si sono recati a votare meno elettori dei voti espressi a favore del PD nelle elezioni Europee.
Forse è questo il dato che dovrebbe farci riflettere e non chiedere “asilo politico allo Stato Vaticano” per sottrarci dalla verifica delle cause che hanno determinato una disfatta generale. Di fronte a questi risultati, senza per altro dimenticare le politiche del 2008, il centro sinistra locale, per quanto ci riguarda, ha il dovere di aprire un dibattito al fine di ricercare le motivazioni che hanno indotto l’elettore ad allontanarsi dalla politica e nel contempo bisogna avere la capacità di dar vita ad una nuova stagione di confronti con l’elettorato marcellinense, attraverso una nuova classe dirigente, sulle reali aspettative della nostra comunità che, poi, potranno essere oggetto di interesse da parte delle istituzioni locali.
MARCI