giovedì 17 luglio 2008

LA DIFFIDA

Ho cercato la definizione della parola "DIFFIDA", pratica in voga durante l' oscuro ventennio. Non faccio ulteriori commenti, affido le vostre considerazioni alla definizione enciclopedica, che spiega la parola diffida come segue:

La diffida era un richiamo ufficiale da parte della questura, e precedeva la denuncia al prefetto. L’ammonizione serviva anche a controllare i movimenti del denunciato, che per due anni doveva notificare in questura ogni spostamento e uscire e rincasare entro un orario prestabilito.

Vietato frequentare abitualmente locali pubblici e prendere parte a pubbliche riunioni. L’inosservanza era punita con l’arresto da tre mesi a un anno. Ad assegnare l’ammonizione era una commissione provinciale presieduta dal prefetto e composta dal procuratore del re, dal questore, dal comandante dei Carabinieri della provincia, e da un ufficiale superiore della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale. I cinque uomini lavoravano nell’ombra e l’interessato veniva informato solo quando riceveva l’avviso di comparizione.

La stessa commissione impartiva il confino di polizia, ovvero l’obbligo di risiedere stabilmente in una colonia, oppure in un comune diverso da quello di residenza, per un periodo che andava da uno a cinque anni.

Chi si vedeva assegnare il confino poteva, entro dieci giorni, presentare ricorso al Ministero dell’Interno. I ricorsi però, venivano puntualmente respinti.

Gianni, scusa ma sono esterefatto nel pensare che PROPRIO TU usi termini del genere, non credevo fossero nel tuo vocabolario o meglio appartenessero alla tua forma mentis.
Spero tu rifletta su quanto hai scritto.

2 commenti:

GIOVANNI FORNARI ha detto...

la risposta è nel vento .
bob dylan

Antonio Bassani ha detto...

E per quanto tempo può un uomo girare la sua testa
fingendo di non vedere
La risposta, mio amico, è nel vento,
la risposta è nel vento

bob dylan